jeudi, juillet 04, 2013

La questione demografica



I ritmi di evoluzione delle comunità etnico-religiose differiscono notevolmente, in particolare di quelle più numerose. Nel periodo dal 1953 al 2004, la comunità araba sunnita presenta un notevole dinamismo demografico con un incremento dal 61,8 al 71,7 per cento, gli alawiti subiscono una leggera flessione da 10,9 a 10,4 per cento, i curdi dal 6,8 al 8,1 per cento, i cristiani sono dimezzati dal 13,1 per cento al 5,3 per cento, i drusi sono considerevolmente ridotti dal 3,1 al 2,0 per cento, gli ismaeliti restano invariati al 1,0 per cento, i turcomanni sono dimezzati dal 1,3 al 0,6 per cento, gli sciiti restano invariati al 0,4 per cento, i circassi dal 0,6 al 0,4 per cento, i yezidi invariati al 0,1 per cento, gli ebrei dal 0,9 allo 0,0 per cento (Courbage 2007, p. 89). 
La comunità cristiana ha ben presto seguito il modello della famiglia ristretta ed è dispersa su tutto il territorio nazionale, l’esodo cristiano è diminuito dopo il 1970. I curdi registrano la più forte crescita demografica (come i curdi di Turchia e Iran), non dispongono di un governatorato riservato totalmente o in parte (come alawiti e drusi), sono presenti soprattutto ad Hassakeh, Aleppo e Damasco. La fertilità drusa è spesso inferiore a quella delle altre comunità, il che si deve ricercare in parte nella credenza nella metempsicosi, nella pratica del matrimonio all’interno della comunità, nel celibato prolungato, nelle pratiche contraccettive.

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